Nella tela di Marcos Antonio Gutiérrez, Bugs Bunny non è solo un cartone animato, ma un’icona straziata, un’anima in cerca di redenzione. Il coniglio, simbolo della leggerezza e dell’ironia, spunta al centro del quadro come un guerriero ferito, con le orecchie levate verso un cielo dipinto di urla e sussurri.
Gutiérrez trasforma il personaggio, lo rende vulnerabile, umano, carico di una sofferenza che risuona come un’eco lontana della nostra stessa fragilità, diventando un incantesimo che strappa la maschera alla finzione per rivelare l’essenza della vita.
IL RITRATTO COME APERTURA ALL’INCONSCIO
Gutiérrez interpreta la realtà come un tessuto di contraddizioni, attraverso un’espressione artistica che non cattura il mondo esterno, ma ne scava le ferite.
Nell’opera in oggetto, Bugs Bunny è circondato da occhi giganti, cuori sanguinanti, fiori che sbocciano tra macchie di vernice caduta. Non è realismo, ma un’autobiografia emozionale di come l’artista vede il mondo come un campo minato di ricordi e desideri irrealizzati.
Le sue opere sono mappe psichiche, dove i personaggi dei cartoni animati diventano portavoce di paure e passioni universali.

LA POP ART ASTRATTA COME RIVOLUZIONE EMOTIVA
La Pop Art Astratta di Gutiérrez è un ibrido audace, sagace, indagatore.
Prende in prestito i simboli della cultura di massa, quali i cartoni, le scritte luminose, i colori fluorescenti, ma li smembra e riarrangia in un collage caotico e poetico.
Nella tela, la tecnica è un dialogo tra controllo e abbandono, dove il coniglio è delineato con precisione grafica, mentre lo sfondo esplode in strati di colore dilavato, spruzzi di vernice e tracce di pennello che sembrano gridare.
Gutiérrez usa la pittura come un linguaggio corporeo. Le macchie di rosso che colano lungo le parole “LOVE” e “FOREVER” non sono errori, ma lacrime materializzate. Questo stile non descrive, ma agisce, urla, racconta, crea e suscita i sentimenti che vuole veicolare.
I COLORI DELLA FRAGILITÀ
Il rosa dei cuori sembra sanguinare dolcezza, il blu degli occhi è profondo come un abisso di solitudine, il giallo delle fioriture è un grido di speranza disperata. Ci sono elementi ricorrenti, come fiori rossi e gialli, linee curve che evocano labbra semiaperte, lettere maiuscole che strappano lo spazio, che creano un lessico visivo unico, dando luogo a uno stile originale che per l’artista diventa quasi un’ossessione.
Ogni opera ripete motivi, ma ogni volta li reinventa. Le mani di Bugs Bunny, ad esempio, sono artigli delicati, quasi femminili, che reggono un fiore come se fosse un trofeo sacro, in un’ambivalenza tra forza e debolezza che è il marchio d’identità di Gutiérrez.
SEMIOTICA E MESSAGGI, L’ALFABETO DELLE EMOZIONI
Nella tela, ogni segno è un enigma. Le parole “DREAM” e “MONEY” affiorano dal caos come promesse, mentre “LOVE” e “FOREVER” si intrecciano con i cuori trafitti.
Gutiérrez non racconta storie, ma propone enigmi. Si chiede cosa significhino le lacrime di vernice che colano dagli occhi del coniglio, se siano dolore, gioia, o semplicemente la materia che si ribella all’ordine. L’artista lascia che il pubblico completi il senso, come in un gioco di specchi, perché la sua semiotica è aperta, ma ferrea, perciò ogni elemento è una tessera di un puzzle che solo il cuore può risolvere.
L’ARTE COME CATARSI COLLETTIVA
Per Gutiérrez, l’arte è un ponte tra l’io e l’universo.
La sua filosofia ruota attorno all’idea che ogni essere umano sia un’opera d’arte incompleta, un mosaico di cicatrici e di splendori. Nella tela, Bugs Bunny non fugge dai predatori, ma tende una mano verso il vuoto, in un gesto di accettazione, un invito a guardare la vita negli occhi senza armi.
Gutiérrez crede che l’emozione pura, come l’amore, la rabbia o la tristezza, sia la chiave per superare il caos.
UNA TESTIMONIANZA PER L’ETERNITÀ
L’opera di Marcos Antonio Gutiérrez è un manifesto per chi crede che l’arte possa salvare vite.
Non è solo un dipinto, dunque, ma è un’esperienza di vita, perché quando osserviamo Bugs Bunny seduto tra i fiori e le parole, sentiamo il peso del tempo, la fragilità delle promesse, la tenacia della speranza che ci sussurra «provaci ancora. Se non riuscirai, almeno non avrai rimorsi.»
Gutiérrez ci insegna che persino un cartone animato può diventare una reliquia e che ogni respiro è un respiro verso la fine o l’immortalità a seconda di come scegliamo di vivere.
La sua Pop Art Astratta non copia il mondo, ma lo riscrive, con le sue mani, il suo sangue, la sua anima e il suo infinito amore per la vita.
